martedì 27 gennaio 2009

Il giorno della memoria

Oggi si ricorda la Shoah.
Penso che vada ricordata dovunque e si debba cercare di raccontarla ai bambini. La persecuzione nazista non è stata un evento casuale o il prodotto di una follia collettiva, è stata un'azione condotta in modo consapevole da un grande gruppo di persone, a cui molti altri - e noi italiani per primi - non si sono opposti.
E come si è prodotta una volta, si può produrre ancora.
La paura per la diversità è sempre presente e basta poco a tradurla in politiche, che al principio spesso sembrano appena un po' controverse...

martedì 20 gennaio 2009

Martiri e nomadi. Che succede in Palestina

Forse questo post non doveva essere inviato qui ma su “solidmelts”. Non si parla del mare, anche se forse ci potrebbe spingere a ripensare al Mediterraneo e alla sua storia. Però non è un post che riguarda la “professione”, è un post che riguarda il modo in cui si guarda il mondo e per questo sta bene qui. Su PatuPatu.

Come si fa a vincere o a smettere una guerra in cui i morti vengono chiamati martiri? E come si fa a rinunciare a una terra donata da Dio? Come si riconosce il diritto all’uguaglianza degli uomini in stati fondati sull’appartenenza etnica? E come in stati moderni si possono recuperare le tradizioni di convivenza legate al nomadismo?

Quasi 1400 morti, una instabile tregua, i partiti più oltranzisti rafforzati sia in Israele sia nelle terre attribuite ai palestinesi. Proposte vecchie per il consolidamento della tregua e discussioni assurde - oziose o legate a interessi che sono altrove - su chi ha ragione e chi ha torto e su chi ha sparato per primo, in un conflitto iniziato quasi 100 anni fa, che non si è mai interrotto e nel quale il terrorismo è sempre stato uno degli strumenti principali, per tutti.

E’ un conflitto che dovrebbe farci pensare alle responsabilità europee. Al colonialismo inglese e francese, all’antisemitismo dell’Europa centrale, al nazismo al fascismo e alla pigra partecipazione dell’Italia alla storia del mondo intorno a lei. Ci dovrebbe spingere a riflettere sulle leadership, su come si sono sviluppate e come si possono cambiare. Ci dovrebbe far pensare anche al diritto, alle sue fonti e ai suoi limiti. Alle società che sono oltre lo stato e a quelle che non hanno più un territorio definito. E dovrebbe farci pensare a che vuol dire diaspora e a come la diaspora (le diaspore)può influire su quanto accade.

Ci dovrebbe far pensare ai processi di identificazione e di civilizzazione. E a quelli – divenuti evidenti nel secolo passato – di decivilizzazione e di disentificazione. Ci dovrebbe far ripensare alle identità nomadi dei popoli che sono coinvolti e a come queste identità possono diventare il modo per affrontare la modernità.

Invece no.

Si continua a pensare al conflitto in Palestina nei termini di una scienza politica vecchia, fondata sulla centralità dello stato anche quando gli stati sono privi di qualsiasi rilevanza (davvero sovrastrutturali, come a volte lo è l'economia) e che pensa che basti mettere quattro capi di stato e di governo intorno a un tavolo, promettere loro risorse finanziarie e firmare un accordo.

martedì 13 gennaio 2009

La mer. Terreur et fascination


La Biblioteque National de France mantiene online una mostra sul mare, a cui si può accedere cliccando sul titolo di questo post. La mostra è organizzata in sezioni, ognuna delle quali comprende una iconografia ricca e interessante:

- il mare sconosciuto;
- la collera del mare;
- le meraviglie del mare;
- il mare e la creatività;
- le minacce contemporanee;
- il mare medioevale;
- dei e eroi greci;
- nel mare in pericolo...

e così via.

Un'altra mostra a cui non si può accedere online, ma che è suggestiva per chi si interessi di navigazione è a Palazzo Pitti, a Firenze, ed è dedicata ai Medici e la scienza. Comprende una raccolta di strumenti scientifici riguardanti un periodo che va dal 1200 al 1700. Tra gli strumenti più interessanti si trovano ovviamente bussole, quadranti, astrolabi e persino un manuale per i comandanti delle navi a vele quadre.

lunedì 12 gennaio 2009

Ppensa a te

Dopo la lunga pausa di natale e capodanno ieri è ripreso il Campionato invernale di Fiumicino. Cielo limpido e un vento tra i 10 e i 15 nodi da nordest hanno accolto le barche in regata.
Stavolta non ero su "Selvaggia I", ma ero stato invitato ad integrare l'equipaggio di "Ppensa a te".
Tanto è tranquilla "Selvaggia" quanto è nervosa "Ppensa a te": un First 36.7, attrezzato per regatare: il quadrato vuoto, per appoggiare i sacchi delle vele sul pagliolato; niente rollafiocco; vele in composito (kevlar, carbonio e qualcosaltro, a guardare il colore); timone a barra ... Tanto nervosa, che con il vento sopra i 15 nodi conviene mettere un fiocco pesante (come abbiamo fatto all'inizio della regata, per poi issare un genoa più grande alla seconda bolina, visto che l'intensità del vento stava diminuendo).
L'equipaggio invece non è troppo diverso da quello di Selvaggia: gente capace, ma che non si rode troppo il fegato e non si lascia scoraggiare dalla mancanza di tempo per gli allenamenti.
Non siamo stati proprio competitivi (arrivati con un po' di ritardo sul campo di regata abbiamo improvvisato la partenza) ma ci siamo divertiti e io mi sono divertito in modo particolare, e abbiamo anche lasciato dietro qualche barca.
Nella seconda regata saremmo andati meglio, ma la caduta quasi totale del vento quando eravamo vicini alla prima boa ha fatto sì che venisse annullata.
Grazie all'equipaggio e agli armatori di "Ppensa a te" (che come "PatuPatu" è una barca in società), ma grazie anche all'equipaggio di "Selvaggia I" che mi ha lasciato andare senza troppi rimproveri.