martedì 7 aprile 2009

OT

Questo post non è politically correct.
Ieri c'è stato un terremoto di entità media, ma molto dannoso in Abruzzo: molti morti, molte abitazioni inagibili, molti edifici pubblici e monumenti distrutti o con gravi danni. A differenza di quanto è accaduto in Irpinia circa 30 anni fa ora i meccanismi della protezione civile sembrano aver funzionato.
Sembra invece che sia cambiato poco per quanto riguarda la vulnerabilità del territorio e dell'edificato: nonostante la presenza di regole e la disponibilità di tecnologie, si continua a costruire, a restaurare, a ristrutturare, senza tenerne minimamente conto, sotto gli occhi di una pubblica amministrazione spesso assente.
Di fronte a questo, ora si chiama all'emergenza e all'unità nazionale, con il consenso unanime, e si continua una politica che è sostanzialmente fatta di dichiarazioni e di propaganda. Non si decidono stanziamenti (visto che i 30 milioni del fondo della Protezione civile già sono stati stanziati in passato), ma si dichiara che tra 24 mesi nuove città saranno pronte. In attesa di un nuovo sisma, che nasconda la mancanza di una effettiva politica di gestione delle situazioni di crisi economica, sociale e ambientale del nostro paese.

Nessun commento: