mercoledì 21 maggio 2008

Il mare chiuso

Nel XVI secolo il Mediterraneo era attraversato da corsari mori (ma che spesso erano europei rinnegati) e cristiani. Si catturavano e vendevano schiavi.
C'erano porti franchi. Preti e frati viaggiavano ovunque, favorendo le comunicazioni tra le ricche città del Maghreb e le affamate città europee. In ogni città erano presenti comunità cristiane, ebree e mussulmane. Esistevano regole che rendevano difficile cambiare religione e che garantivano ovunque la tolleranza per la religione degli altri.
Questi sono alcuni degli ingredienti di "Cristiani di Allah. Storie di pirati e corsari" un progetto di Massimo Carlotto, che comprende un romanzo, un CD e uno spettacolo teatrale (http://www.massimocarlotto.it).

2 commenti:

Pergus ha detto...

Queste notizie ci danno la cifra della regressione che stiamo compiendo. A proposito di pirati appena sentno che sono diretto in Mar Rosso tutti si affrettano a mettermi in allarme sui pirati. Ma io starò molto più a nord di dove ci sono atti di pirateria. Spero che rimangano in Sudan e Ogaden.

gianfrancesco costantini ha detto...

Il 29 maggio al festival delle letterature c'è una lettura pubblica con pezzi del libro e musiche. Penso che ci andremo.

Per quanto riguarda la Pirateria nel Mar Rosso, sospetto non sia un evento preoccupante (piccoli furti magari sì)... i pirati somali non vanno nelle acque controllate dall'Eritrea e dall'Egitto, preferiscono quelle dell'oceano indiano e poi sono poco interessati alle piccole barche, preferiscono le navi: lo yacht francese assalito qualche tempo fa era lungo circa 100 metri.

gf