mercoledì 15 aprile 2009

L’avventura di Gambalunga

Gambalunga ora è a La Graciosa, nelle isole Canarie, in attesa del suo equipaggio. Il suo equipaggio, invece, è tornato per un po’ in Italia, ma è quasi pronto a ripartire.

L’avventura è iniziata qualche mese fa: una barca vecchiotta per i canoni attuali, ma che tiene bene il mare ed è ben attrezzata; una famiglia di due adulti – Mario e Fabiola - e due bambine, che al mare si trova a casa sua; la decisione di prendere un periodo di pausa – un semestre sabbatico – e di partire. Sapendo che, se non si decide di partire o che se si aspetta di “essere pronti”, alla fine, non si parte mai.

Ho il sospetto che l’idea di partire all’armatore sia venuta molto tempo prima. Ancora prima di avere Gambalunga. E ho anche il sospetto che l’idea di partire abbia influito sulla scelta di questa barca. “Gambalunga”, infatti è una barca di 39 piedi, con pozzetto centrale, armata a cutter. E’ stata progettata da Sciomachen nel 1981, con il nome Scaramouche, come un ketch. Nei fatti, penso che quasi tutti gli Scaramouche siano usciti dal cantiere con l’armo a sloop o a cutter.

E’ una barca da crociera. Molto spaziosa sia sopra sia sottocoperta, con il bordo libero alto sull’acqua, ma con una carena filante e una deriva non troppo profonda (il pescaggio è di 180 cm). Un motore abbastanza grande rispetto alle dimensioni totali della barca, ma non tale da far pensare a un motorsailer (45 hp). Guardandola si vede una barca ideale per chi voglia viaggiare.

Ho conosciuto “Gambalunga” a Genova, poco dopo il natale di un paio di anni fa. Io ero su un pontile del portovecchio mentre loro stavano ormeggiando e prendendo la loro cima avevo notato che era proprio come la barca che stavo immaginando di comprare.. due battute ed ero a bordo, riconoscendo ed essendo riconosciuto da Mario F. – armatore e skipper. A bordo c’era anche il suo equipaggio e l’occorrente per scendere a terra: una carrozzina e una biciclettina con le rotelle.

La vera e propria decisione di partire Mario F e la sua compagna Fabiola (Fa) l’hanno presa invece pochi mesi fa. Sarà stato ottobre o l’inizio di novembre quando una e-mail di Mario a VeLista ha attirato l’attenzione generale, con l’annuncio dell’intenzione di partire all’inizio di gennaio per i Caraibi, con l’intenzione di ritornare durante l’estate. Una visita veloce al di là dell’Oceano, giusto per approfittare di una finestra di tempo aperta in quello della vita quotidiana e professionale.

In due mesi la barca è stata dotata di alcune (poche) nuove attrezzature ritenute da Mario necessarie ad attraversare l’oceano (un timone a vento, un generatore “aerogen” e così via). Il 30 dicembre, puntuale, Gambalunga ha mollato gli ormeggi e ha lasciato il porto di Alassio diretta verso Occidente, affrontando un vento forte di prua.

Come previsto, il viaggio fino a Gibilterra non è stato facile: Gambalunga ha dovuto affrontare diverse perturbazioni che l’hanno costretta a tappe più brevi e a permanenze più lunghe nei porti toccati.

Non è stato tempo perso. Le pause hanno trasformato i trasferimenti in un viaggio, con scoperte, incontri e avventure.

Quando la costa spagnola finalmente è stata lasciata il vento ha spinto Gambalunga fino alle Isole Canarie. Il 14 febbraio, dopo una notte burrascosa che ha spinto la barca a superare i 10 nodi, Gambalunga è nel porto de La Graciosa.

4 commenti:

Pergus ha detto...

Bella storia davvero.I tempi però non mi sembrano i migliori. Il trasferimento alle Canarie normalmente si cerca di farlo in estate, si lascia la barca li e poi a dicembre si torna per la traversata. Loro quando credono di andare ai Caraibi? Gli alisei stanno per scemare e a giugno comincia la stagione dei cicloni.

gianfrancesco costantini ha detto...

Senza dubbio i tempi non sono stati i migliori e così anche la programmazione del ritorno... penso che fossero molto legati all'esigenza di rispettare una finestra di tempo in Italia. La cosa che mi è sembrata interessante è proprio la realizzazione dell'idea di partire. Spesso la partenza resta un "mito" che non acquista mai realtà (e rischia di essere così anche nel mio caso).
Penso che per loro ormai i Caraibi per quest'anno siano irrangiugibili. Se volessero attraversare l'Oceano penso dovrebbero puntare più a Sud, verso il Brasile, al di sotto della zona dei cicloni. Mi sembra più probabile un proseguimento "africano".

Anonimo ha detto...

Se proseguono per le coste africane, di' loro di scattar foto a più non possono alle isole che incontrano...
Daniele

Anonimo ha detto...

... "posso", pardon