giovedì 14 ottobre 2010

Tara Tari




Tara Tari è il nome di una barca di 9 metri che dal Bangladesh ha viaggiato per 186 giorni e 9000 miglia fino alla Francia. Fin qua niente di nuovo. La novità e il motivo d’interesse sono nella costruzione del Tara Tari: è stata costruita sulle sponde del Brahmaputra da un giovane ingegnere, in collaborazione con una organizzazione non governativa che lavora con i pescatori (Friendship) e su un progetto dello studio francese VPLP, basato sul disegno delle barche da pesca costiere del golfo di Bengala.

La barca non è in legno, né in vetroresina tradizionale o basata sull’uso del kevlar o di qualcun’altra delle fibre ormai di moda in Europa (o in Italia). E’ costruita piuttosto addizionando una percentuale variabile di fibra di juta (quella dei sacchi per le patate - http://it.wikipedia.org/wiki/Juta) alla fibra di vetro, così da aumentare l’uso di una risorsa locale in Bangladesh: la percentuale di juta è del 25% nello scafo, del 45% nelle paratie strutturali e nei bagli che sostengono il ponte e del 65% sul ponte.

Reperiti localmente sono anche la maggior parte delle attrezzature e degli equipaggiamenti: dal motore (di fabbricazione cinese e costato meno di 100 Euro) ai boccaporti e alle lastre d’acciaio usate per costruire due derive mobili laterali (frutto dell’attività di recupero compiuta nei cantieri di demolizione del golfo del Bengala).

L’idea su cui si basa l’impresa è quella di dimostrare che in luoghi in cui la deforestazione non permette più la costruzione di imbarcazioni tradizionali in legno di buona qualità (è il caso del Golfo del Bengala), è possibile ridurre l’uso della fibra di vetro importata utilizzando materiali locali. Per di più, questi materiali, contrariamente alla fibra di vetro possono essere biodegradabili e riciclabili e – nella prospettiva dell’uso di resine biologiche al posto di quelle tradizionali – possono comportare una riduzione importante dell’impatto ambientale ed economico negativo connesso alla costruzione delle imbarcazioni. Il futuro dell’impresa è una ricerca che lavori su questa ipotesi e sulla ricerca di soluzioni sostenibili alle questioni connesse al riscaldamento globale in Bangladesh.

L’uso di fibre diverse dalla fibra di vetro non del tutto nuova: sempre in Francia, da qualche tempo, c’è chi lavora sulla fibra di lino e sono in commercio piccole imbarcazioni costruite con questa fibra (http://www.plasmor.fr/fr/bateaux-ecolos/ArticleOuestFranceBateaux/214.html). In Italia non sembra esserci traccia di questo programma di ricerca.

Due video sull’esperienza di Tara Tari si possono vedere su http://www.voilesetvoiliers.com/grande-croisiere/video/3459/taratri-video-voile-toile-jute; Corentin – il giovane protagonista di quest’avventura – ha però tenuto anche un blog, attraverso il quale si possono ottenere ulteriori informazioni. L’indirizzo è http://tara-tari.blogspot.com

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